Alienato di Crocioni Claudia Capitolo 1 Pagina 2
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La mia muscolatura era priva di fibre intermedie, possedeva solo le rosse e le bianche. Vivere per me non era semplice e probabilmente la mia speranza di vita era inferiore alla media.
Raggiunsi la cucina dove trovai le mie proteine sintetiche in polvere, delle quali avevo bisogno quotidianamente per placare le vibrazioni involontarie che spesso colpivano i miei arti. Ne presi due cucchiai, bevvi un succo di frutta freddo e mangiai una salsiccia della sera prima. Avevo lo sguardo addormentato e vago. Più di una persona mi aveva detto che le ciglia così nere davano un tocco orientale ai miei occhi, in quel momento socchiusi. Le mani non formicolavano più e andai a farmi una doccia. L’acqua calda era piacevole e familiare, la facevo scorrere sul viso con gli occhi chiusi e la bocca aperta quanto bastava per poter respirare. M’insaponai la testa, poi feci ricadere il getto sul collo e sui trapezi. Allagai il bagno, cosa alla quale di solito rimediava Greta, non senza lamentarsi copiosamente. Uscii dalla doccia e mi avvolsi la vita in un morbido asciugamano di spugna bianca, afferrai lo spazzolino e il colluttorio e mi sciacquai la bocca tenendo le mani appoggiate al lavandino. Mi guardai riflesso nello specchio, voltando il viso per osservarlo da diversi punti di vista. Proseguii indossando una canottiera e una camicia a quadri, tirai fuori da un cassetto un paio di pantaloni neri e presi le scarpe da ginnastica. Mi munii di casco integrale, chiavi, zaino, giacca a vento e cappello. L’inverno parigino era rigido. Alla fine staccai il gas, poi uscii inchiavando il portone di casa.
Alle sei e trenta Boulevard de Rochechouart era già molto movimentata, in fondo era presto per raggiungere l’aeroporto, così mi sedetti sulla mia moto nera ad aspettare con il casco, che m’isolava dal mondo, infilato in testa.